Centro studi Piero Gobetti

Rassegna stampa



Venerdì 18 Maggio 2001


Nel centenario della nascita dell'antifascista

«Signor sindaco porti un fiore in piazza Gobetti»

Il 27 gennaio 1924 tenne al Castello un celebre discorso sul Risorgimento e contro i vizi dei vecchi partiti

Nel centenario della nascita dell' antifascista «Signor sindaco porti un fiore in piazza Gobetti» Sono pochi i milanesi che sanno dell' esistenza di piazza Piero Gobetti, alla periferia della città, non molto distante dalla Stazione di Lambrate, e an cor più vicina a via Porpora. Chissà se domani, martedì 19 giugno, qualcuno si ricorderà che ricorrono cent' anni esatti dalla nascita di quel giovane torinese, allievo di Einaudi, liberale estroso e intransigente, che aveva saputo dare subito del fi lo da torcere al fascismo, tanto da essere costretto a lasciare l' Italia, andando a morire a Parigi il 15 febbraio del ' 26, quando non aveva ancora venticinque anni.

Sempre curioso e attivo, sempre «scarruffato e occhialuto», come l' avrebbe defini to Eugenio Montale, di cui Gobetti fu l' editore di «Ossi di seppia», di rapporti con la nostra città Gobetti ne aveva avuti parecchi; anzi, quando veniva a Milano gli capitava di salire le scale del «Corriere della Sera» perché allora, qui, ci lavor ava anche Ferruccio Parri, il futuro leader della Resistenza, che, con Carlo Rosselli, era uno dei suoi amici. Erano tempi torbidi e inquieti, con le cicatrici della guerra ancora aperte e le camicie nere appena andate al potere. Gobetti era stato su bito uno degli oppositori più duri: tant' è vero che anche a Milano erano sorti i gruppi degli amici di «Rivoluzione Liberale» (dal nome della rivista da lui fondata), creati per merito di Riccardo Bauer, un altro suo amico. Anzi, quando fu costretto a chiudere il giornale «Il Caffè», diretto da Bauer e Parri, e su cui scrivevano altri giovani (come Filippo Sacchi, Silvio Negro o Giulio Caprin, destinati più tardi a farsi un «nome», sempre sul «Corriere»), Gobetti aveva offerto ai «caffettieri» di continuare la loro battaglia sulle pagine di «Rivoluzione Liberale», pur pregandoli «di giocare d' astuzia e di evitare i sequestri»...

Gobetti aveva fatto una delle «uscite» più decise il 27 di gennaio del ' 24, quando aveva parlato, nel salone dell e conferenze al Castello Sforzesco, su «L' eredità del Risorgimento». Ma il suo non era stato solo un discorso di tipo storico; a leggere il resoconto sul «Corriere» ci si accorge che Gobetti aveva criticato aspramente la politica di allora, l' incap acità dei «vecchi partiti», il «dilettantismo industriale», sostenendo a chiare lettere che per cambiare «occorre la libera lotta». Signor sindaco, per questo centenario faccia mettere un fiore in piazza Gobetti. Ne vale la pena.

Colombo Arturo




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