Rileggendo la biografia scritta da Umberto Morra
Tutti lo vogliono ma in pochi conoscono Gobetti
di Paolo Mauri
In quest'anno di celebrazioni centenarie ho riletto la Vita di Piero Gobetti di Umberto Morra di Lavriano uscita nel 1984 come "Strenna Utet" con una prefazione di Norberto Bobbio e un contributo di Alessandro Passerin d'Entreves. Morra per incontrare Gobetti per la prima volta prese un treno per Torino e a Pisa lo svegliarono i tumulti delle squadracce fasciste. Era la notte del 28 ottobre 1922.
Quasi un segno del destino. «Penso che averlo conosciuto in quel momento fu una ragione della perfetta intesa, della collaborazione, dell'amicizia». E, aggiungiamo, della devozione che sta alla base di questa biografia mai completata: Morra di Lavriano morì infatti nel 1981 senza riuscire ad arrivare in fondo al compito che si era dato .
In realtà i sette anni di vita pubblica di Gobetti sono poca cosa e insieme sono immensi, ricchi come sono di intraprese culturali: le riviste, i saggi, gli studi e, non ultimo, il programma di vita. La volontà di mantenersi vergine per fondare una famiglia con Ada, l'ossequio ad una legge morale che si era dato e alla quale non voleva assolutamente venir meno. Persino con il servizio militare non accetta compromessi e non desidera avere privilegi. Perché, si chiede, debbono averne gli studenti? Ai commilitoni terrà una conferenza su Dante, ma la vita militare gli appare poco più che un deserto. Morra di Lavriano per raccontare la vita di Piero ha potuto sfruttare anche gli epistolari ancora inediti (e che dovrebbero uscire finalmente quest'autunno), ma talvolta vi sono momenti di silenzio che non sa come riempire. Un rammarico comprensibile poiché i giorni sono pochi e si vorrebbe salvarli tutti. Lungo è anche lo scavo nel Gobetti bambino, profittando magari dei testimoni come Viglongo poi divenuto editore e che era figlio del bidello nella scuola elementare frequentata anche da Gobetti. Non so se questa vita sarà ora ristampata. Non so quanti avranno voglia di ripercorrere la storia di questo martire laico che la sera leggeva Kant con gli amici. Oggi che troppi gli tirano la giacca senza averne davvero nessun diritto.
|