Tra la crisi di Monaco e la Seconda guerra mondiale, centinaia di migliaia di emigrati italiani in Francia e in Tunisia, solo in parte consapevolmente partecipi dei conflitti politici e ideologici che con la guerra li coinvolsero tutti, dovettero escogitare strategie di sopravvivenza in condizioni sempre avverse e con pochissimi punti di riferimento.
Non poterono esserlo per loro i dispersi gruppi antifascisti; né i comunisti, prima chiusi a settaria difesa dell'alleanza tra Germania e Unione sovietica, poi generosamente impegnati nella Resistenza, ma poco attenti alla massa della comunità emigrata; né le rappresentanze italiane della Chiesa, talora vicine al collaborazionismo, e ostili - dopo la caduta del regime di Vichy - all'integrazione de
gli italiani in una società francese scristianizzata; meno di tutti i fascisti, politici e militari, passati dalla partecipazione subalterna all'occupazione tedesca nei primi anni della guerra, a un'invasione squallida nel 1942, per finire in abiette complicità con l'invasore tra il 1943 e il 1944.
Si tratta di un terreno impervio, poco esplorato nei libri - e ancora meno nelle rievocazioni dei testimoni di sofferenze spesso prive di gloria - ma molto seducente per chi non ama la storia celebrativa.
I ricercatori francesi e italiani che hanno collaborato a questo libro aprono strade interessanti e nuove, e danno un apprezzabile contributo allo studio della Francia occupata, rileggendo al tempo stesso eventi cruciali nel crollo dell'Europa fascista.
Scritti di: G. Astre, A. Bechelloni, J. Bessis, A.-M. Bianchi, P. Borruso, A. Buttarelli, G. Caredda, L. Castellani, M. Dreyfus, G. Emprin, B. Mantelli, P. Milza, M. Minardi, G. Oliva, P. Olivetti, V. Pellegrini, G. Perona, E. Serra, E. Signori, S. Tombaccini, E. Vial, P. Weil.
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