Corrispondenza gobettiana (1918-1922)

volume a cura di Ersilia Alessandrone Perona
Torino, G. Einaudi, 2001


Questo volume, che apre l'edizione del carteggio superstite di Piero Gobetti e dei suoi corrispondenti, raccoglie le lettere relative al periodo 1918-1922.

Facendo seguito al carteggio con Ada Prospero, che copre nella quasi totalità lo stesso periodo (tranne le poche lettere inviate nel brevissimo e fatale soggiorno a Parigi del febbraio 1926), questa raccolta lo completa e lo integra, documentando in tutto il suo arco e nei suoi diversi passaggi la formazione del giovane intellettuale e la preparazione dell'attività politica e culturale che egli dispiegò fra il 1923 e il 1926.

Anche la distribuzione dei messaggi fa sì che questi due volumi siano complementari: fittamente concentrato in alcuni periodi dell'anno - soprattutto le vacanze estive - lo scambio epistolare con la fidanzata; uniformemente distribuito quello con gli altri corrispondenti: così che le lacune di informazione del primo vengono in genere colmate dal secondo, che consente di restituire una trama meno discontinua. Vantaggio notevole, che non deve tuttavia trarre in inganno: infatti, a differenza del carteggio con Ada, conservato quasi integralmente, questo appare come la punta di un iceberg, in cui spesso le lettere superstiti hanno un valore indiziario su rapporti che non è possibile documentare ulteriormente. Mentre, da una parte,occorre sottrarsi all'illusione di completezza che la sequenza ricostruita può suscitare, dall'altra, proprio analizzando tale sequenza, è possibile comprendere le ragioni sia delle presenze che delle lacune, e di decifrare una "geografia" degli archivi e della memoria.

Profondamente diversi nelle due raccolte sono, naturalmente, anche l'approccio e il linguaggio. Mentre nelle lettere a Ada trovano uno sbocco i momenti di esaltazione e di irrequietezza - intellettuale molto più che sentimentale, come si è visto nel primo volume - e le autoanalisi che Piero aveva rinunziato ad affidare alla scrittura autobiografica, è molto raro che momenti analoghi si riscontrino con altri corrispondenti. Quando egli scriveva: "Mio caro Sapegno io non sono troppo entusiasta dell'epistolografia anche se scrivo molte lettere", egli esprimeva la difficoltà a liberarsi nel rapporto epistolare dalla sua fobia del sentimentalismo e dal suo pedagogismo. Mentre vi proiettava i suoi progetti e la sua ansia di organizzatore e realizzatore.

Per questo è stato adottato nei due volumi un diverso criterio di edizione, che nel primo ha privilegiato il dialogo fra i due corrispondenti, e nel secondo l'ordinamento sincronico e diacronico dei messaggi, che dà risalto alla trama delle relazioni, alle attività e alle iniziative.

(altre edizioni)

I due volumi si integrano infine nel delineare il percorso di Gobetti.




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